Come risparmiare carburante
Con l’applicazione dei principi esposti in questa sezione sarete in grado di ridurre in maniera considerevole, spesso sorprendente, il Vostro consumo di carburante.
Per molti si tratterà di imparare un nuovo stile di guida, per altri di perfezionarlo. Ma, soprattutto, acquisire la consapevolezza dei fattori che influenzano il consumo di carburante di un automoblle.
Dedicategli il tempo che merita, e leggetelo con attenzione.
Solo il 50% degli automobilisti conosce il consumo del proprio mezzo, mentre il 20% circa non lo conosce affatto.
Conoscere questo dato è il primo passo da fare, sia per scegliere una autovettura che per gestirla dopo. La questione non è solo quanto costa il carburante, ma quanto si spende per il carburante: due cose ben distinte, anche se collegate.
IL RISANAMENTO ENERGETICO IN TRE PASSI | |
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1 - Ridurre le dispersioni | Evitare tutte le situazioni che provocano un assorbimento eccessivo dell'energia sviluppata dal motore (portapacchi, pneumatici sgonfi, climatizzatore inserito inutilmente, finestrini aperti ad alta velocità, etc) |
2 - Migliorare l'efficienza | Tenere il veicolo sempre a punto con una manutenzione regolare e programmata. Sostituire tutte le componenti soggette ad usura o esaurimento (candele, filtri, olio). Usare eventualmente additivi e pulitori. |
3 - Ottimizzare la gestione | Ottimizzare i fattori comportametali di guida migliorando la gestione del veicolo. Evitare spostamenti brevi od inutili. |
Il consumo dipende in pratica da 3 fattori:
1) Motore (caratteristiche e manutenzione)
2) Carrozzeria (peso lordo, forma esterna lorda)
3) Fattori ambientali (percorso, stile di guida conducente, carichi accessori applicati)
Che verranno però trattati in maniera separata.Oltre che:
– Limitare la velocità.
– Passare il più rapidamente possibile alla marcia superiore, e minimizzare poi i movimenti sull’acceleratore.
– Gestire il percorso.
– Essere coscienti dei fattori che influenzano il consumo (descritti qui a seguire).
Verranno elaborati e descritti una serie di altri fattori dei quali è importante essere consapevoli.
Chi non avesse voglia di leggere il razionale qui esposto può andare direttamente più avanti cliccando qui. Ma consigliamo di leggere tutto con calma, per applicare meglio, e più efficacemente, queste tecniche di risparmio energetico.
Anche se di consigli su come risparmiare carburante se ne trovano molti, quello che spesso manca è la loro attualizzazione basata su comportamenti attuabili in maniera semplice.
E spesso i consigli forniti, oltre che inutili, sono addirittura controproducenti. Ad esempio:
Chi suggerisce di tenere chiusi finestrini incita in realtà all’utilizzo del climatizzatore (se uno li apre è perché ha caldo!). A bassa velocità meglio i finestrini aperti del climatizzatore.
Cercheremo qui di elaborare una strategia, possibilmente semplice, che vi porti a risultati concreti (a seconda delle situazioni preesistenti) idonei ad abbattere i consumi di carburante anche fino al 50%! Vi sembra troppo? Allora continuate a leggere…
Ogni vettura ha un suo inviluppo di funzionamento, la perfezione la potrebbe dare solo un computer programmato per “quella” auto su “quel” percorso. Quelle che seguono sono linee guida che rappresentano il miglior compromesso generalmente possibile ed attuabile.
Esistono carburanti alternativi a costo minore (es. il GPL e il CNG o metano) e motori particolari (ad esempio quello elettrico o quello ad aria) ma qui si parla di ottimizzazione e non di costo del carburante. Le linee guida qui descritte sono comunque applicabili, con i dovuti distinguo, a tutti i tipi di autoveicolo.
Tenete inoltre presente che l’usura del motore e delle parti meccaniche è, per vari motivi, strettamente collegata al consumo di carburante (molto più che al chilometraggio!). Più consumate e più accelerate l’usura del veicolo. Il risparmio è quindi ben più consistente di quanto potreste pensare all’inizio , poichè riguarda anche la manutenzione. Non solo ordinaria ma soprattutto quella straordinaria. Un auto trattata con cura dura più a lungo e con molti meno costosi problemi.
Prima di iniziare una breve considerazione sui rendimenti. Il rendimento indica quanto del carburante da voi acquistato (tra il 10% e il 35%) viene convertito in energia utile. Il resto, ossia mediamente il 75%, è sprecato.
Rendimenti:
Rendimento del motore: Nel dettaglio il rendimento di un motore a scoppio è solamente del 20-25%, sale fino al 35% al numero di giri ottimale (mediamente tra il 50 ed il 65 % dei giri massimi), mentre in condizioni non ottimali (come in città, a basso numero di giri) scende anche al 10%.
Rendimento effettivo alla ruota: la presenza di accessori necessari al funzionamento dell’autovettura, come alternatore, pompe, scatola del cambio, trasmissione, etc. e vari altri come le luci, il climatizzatore, etc. che assorbono potenza dal motore riducono il rendimento in maniera molto variabile, anche fino al 30% in meno.
Rendimento complessivo del trasporto: Un auto di media cilindrata pesa circa 800 Kg. Se porta un solo passeggero di 80 Kg, e ipotizzando il funzionamento ad un regime con rendimento del 20%, si può calcolare che, di tutta l’energia disponibile in 1 litro di carburante, solo 1/10, cioè il 2%, è quella effettivamente utilizzata per il trasporto del carico (il passeggero). Pensate: solo il 2% dell’energia è quella effettivamente utilizzata per il trasporto del carico. Impressionante come spreco, vero?
Fattori comportamentali e fattori di gestione del mezzo.
Possiamo in sintesi identificare 2 fattori che influenzano il consumo: fattori comportamentali (primari, sono i più importanti) e fattori di gestione del mezzo (secondari).
Fattori comportamentali, o primari, sono quelli che sono generalmente riconducibili allo stile di guida. Stile che che può essere appreso se si comprende che cosa, e perché, fa consumare di più. Ed è questo il comportamento di gran lunga più importante, che vi permetterà di ridurre drasticamente i consumi una volta che lo avrete appreso e che sarà diventato il vostro modo normale di guidare. All’inizio vi dovrete sforzare di metterlo in atto, poi diventerà automatico, in fondo è il modo meno stressante di guidare!
I fattori di gestione, qui definiti secondari, sono quelli legati alla gestione, manutenzione del mezzo ed alle modalità di trasporto e utilizzo dei dispositivi di bordo. Influenzano il consumo, ma non come i fattori comportamentali o primari (almeno fino a quando non avrete acquisito e perfezionato questi ultimi).
Nota: a fine 2012 è entrato in vigore un pacchetto di requisiti obbligatori per gli autoveicoli di nuova costruzione, che tra l’altro prevede anche indicatori di convenienza del cambio di marcia e di un sistema di controllo della pressione dei pneumatici, sistemi che aiutano i conducenti a risparmiare carburante e a ridurre le emissioni di CO2.
Con l’implementazione della normativa Euro 6, è diventato obbligatorio anche lo start & stop.
Fattori Comportamentali
I fattori comportamentali sono:
1) Prestazioni richieste al motore (probabilmente non è quello che state pensando) e Regime motore
2) Freni (quello che consuma di più non è l’acceleratore ma… il freno!)
3) Velocità
1) Prestazioni richieste al motore. E’ il più importante dei fattori comportamentali.
Per semplicità il riferimento è al motore a benzina. (Una curiosità: la benzina è un carburante, perché evaporando facilmente si mescola perfettamente con l’aria. Invece, il cherosene o il gasolio, per esempio, sono combustibili e non carburanti in quanto non evaporando non “carburano” l’aria).
La quantità di miscela aria/benzina che viene introdotta nei cilindri per ogni Km percorso dipende da 2 fattori:
– numero di giri del motore
– quanto viene premuto l’eccelleratore
Generalmente conviene minimizzare i giri e aprire di più l’accelleratore, ma a volte (in salita) è più conveniente far salire un poco di più i giri ed “aprire” meno l’accelleratore.
La miscela aria/benzina non ha una composizione costante, ma variabile. La composizione teorica ideale (il “titolo”) sarebbe quella definita “titolo stechiometrico”, cioè 1 parte di benzina e 15 di aria (in peso), che in teoria brucia completamente. Il motore funziona con regolarità con titoli compresi tra 8:1 e 20:1. Oltre tali limiti la propagazione della fiamma è impedita dall’eccesso di benzina (motore ingolfato) o dall’eccesso di aria (miscela troppo povera).
I titoli che interessano noi per capire come funziona un motore sono 2:
Il titolo di Migliore Economia, che corrisponde al minor consumo ed è un titolo “povero” di 16,5 : 1.
Il titolo di Migliore Potenza, corrisponde alle massime prestazioni ed è un titolo “ricco” compreso tra 12,5 e 13,5:1.
Cosa significa questo? Che la composizione della miscela che entra nei cilindri non è costante, ma varia così:
– Se chiediamo al motore buone prestazioni, premendo a fondo l’acceleratore, la miscela che entrerà nei cilindri sarà più ricca di carburante, per avere la “miglior potenza”.
– Se chiediamo un accelerazione inferiore, premendo solo parzialmente l’acceleratore, la miscela sarà meno ricca, e si consumerà meno, a parità di potenza fornita.
Quindi, in sintesi:
– Il cilindro di un motore può essere riempito di una quantità di miscela aria/benzina compresa tra due valori minimi e massimi. Se lo riempiamo troppo, o troppo poco, il motore non funziona correttamente. Quindi anche con l’acceleratore appena premuto, il cilindro deve essere comunque riempito con la quantità minima necessaria di miscela aria/benzina.
– La miscela aria/benzina introdotta, deve inoltre avere una quantità percentuale minima di benzina, sotto la quale, altrimenti, il motore non va.
Ne consegue che, generalmente, a bassi giri (nonostante il peggioramento del rendimeno del motore) il consumo è minore, anche nel caso si chieda una miscela più ricca.
Come utilizzare al meglio il motore:
Abbiamo definito questa tecnica “Giri Limitati”. E’ un modo di gestire l’accellerazione che vi darà risultati sorprendenti, sopratutto se il vostro stile di guida è di quelli che “tirano” le marce. Provatela e sorprendetevi!
Cosa fare:
Premere l’acceleratore con decisione, orientativamente a 3/4 della corsa. Se serve (nel caso di auto di piccola cilindrata o in salita), e non si è a regimi di bassi giri del motore, anche fino in fondo (tranne che per le marce più corte, come la 1a e la 2a marcia, onde evitare un’accelerazione troppo brusca), ed inserire appena possibile la marcia superiore. L’obiettivo è inserire in tempi brevi la marcia più alta, e poter proseguire a velocità costante con l’acceleratore quasi al minimo. In questo modo entrerà una quantità ridotta di miscela aria/benzina ed inoltre sarà anche una miscela povera di benzina. Suggerimento: inseririte appena possibile la marcia superiore.
Esempio pratico (il numero di giri è solo indicativo):
– Parto in prima, acceleratore premuto oltre la metà, e subito, a 2.200 giri, metto la 2a marcia (il contagiri scende a 1.500 giri);
– Dopo 2 secondi sono di nuovo a 2.200 giri, metto la 3a marcia e premo l’acceleratore con decisione;
– Dopo 3 secondi sono di nuovo a 2.200 giri e metto la 4a marcia e premo l’acceleratore con decisione;
– Dopo 4 secondi sono a 2.200 giri metto la 5a marcia, a 50Km/h (valore puramente indicativo, la velocità effettiva dipende dall’auto). Sono arrivato a mettere la 5a in circa 10 secondi, e procedo ora con l’accelleratore appena premuto (bassi giri per pochi cicli di riempimento, miscela povera, cilindri poco riempiti, bassa resistenza dell’aria: consumo molto basso). Importante anche minimizzare i movimenti dell’accelleratore, a questo punto (ogni rilascio corrisponde ad una frenata), e qui mantenere una distanza di sicurezza dal veicolo precedente, ed essere consapevoli di cosa c’è “più avanti” è essenziale. Provare per credere!
Chi ha un computer di bordo con la funzione consumo (che non è uello reale ma quello calcolato da un algoritmo), potrà verificare rapidamente, e magari sorprendersi, constatando che il vecchio stile di guida lo portava a consumare dal 20 al 40% in piu.
Cosa NON fare:
a) Premere troppo poco l’acceleratore e restare troppo tempo con le marce basse ed il motore su di giri (questo se in piano, durante le salite il discorso cambia un poco), perchè in questo modo pur avendo una quantità bassa di carburante che entra nei cilindri ad ogni giro del motore, l’elevato numero di giri aumenta comunque il quantitativo introdotto a parità di distanza percorsa.
b) Evitare i sottoregimi (es. contagiri sotto i 1000/1300 o il motore che gira male, irregolarmente). Il rendimento del motore cala troppo e si sollecitano troppo alcune parti (es. distribuzione, trasmissione, volano bimassa, ecc.). Nel caso dei motori diesel, premere a fondo l’accelleratore a regimi di rotazione troppo bassi, dove il motore è più ruvido (1000-1500 giri), significa sollecitare molto il volano bimassa (un volano alquanto sofisticato) ed abbreviarne al vita operativa.
Eccezioni: in condizioni dove viene richiesta molta potenza, come durante una salita con veicolo carico (il motore ha un efficienza più alta tra il 50 ed il 65 % dei giri massimi), può convenire non viaggiare con l’acceleratore premuto a fondo (miscela ricca per la miglior potenza) e il motore a bassi giri (bassa efficienza), ma viaggiare con l’acceleratore premuto magari solo parzialmente ed il motore con un regime di rotazione più alto. Ma cercare comunque sempre l’utilizzo della marcia più alta inseribile.
Inoltre, in prossimità di una salita è meglio aumentare un poco la velocità prima di iniziare a salire.
2) Freni. Ricordate: quello che consuma di più non è l’acceleratore, ma il freno!
Il freno significa la dissipazione dell’energia generata dal motore. Ogni qualvolta frenate state convertendo il carburante bruciato in calore disperso dai freni (ovvio che frenare “a volte” è quantomeno necessario… Chiaro, no?). La situazione non cambia quando rilasciate l’acceleratore ed utilizzate il freno motore, ossia: energia dissipata, sprecata.
Le situazioni da distinguere sono 2:
a) Freno perché è necessario. Va fatto. Il risparmio NON CONSISTE nel non frenare ma…
b) Freno perché ho sbagliato a calcolare la quantità di energia necessaria. Esatto, è questo! Il frenare rappresenta la concretizzazione di una vostra strategia di guida. Se frenate tanto e spesso è perché la vostra strategia è stata eccessiva nel richiedere energia al motore. Ne avete chiesta troppa che adesso dovete disperdere tramite i freni.
In sintesi: Non accelerate per poi frenare subito dopo.
La semplice presa di coscienza di questa correlazione, da sola, vi porterà a risultati notevoli, a volte davvero sbalorditivi. Uno dei modi per attuarla nella guida in città è il mantenimento della distanza di sicurezza dal veicolo che precede, per mantenerla vi basterà agire solo sull’accelleratore e poco sul freno. La distanza di sicurezza è tale anche per il vostro portafoglio.
In sintesi: l’accelleratore è come un rubinetto, il freno è come un secchio riempito dall’acceleratore-rubinetto e che viene svuotato ogni qualvolta si usa il freno.
Suggerimento: mentenete la distanza di sicurezza, addolcirete così, minimizzandoli, anche gli interventi sull’acceleratore.
3) Velocità. Ossia resistenza dell’aria.
All’aumentare della velocità aumenta la resistenza opposta dall’aria. Per i più curiosi la formula matematica che esprime la resistenza è:
R = (forma del mezzo, cioé l’aerodinamicità) x (1/2 densità dell’aria) x (quadrato della velocità). Ossia raddoppiando la velocità quadruplica la resistenza che il motore deve vincere (anche se poi altri fattori alterano il risultato finale, ad esempio aumentando la velocità il rendimento del motore aumenta e in piccola parte compensa l’aumento di resistenza).
Qui a seguire una tabella dei consumi di una utilitaria 1.000 cc di cilindrata e quelli di una grossa berlina 1.800 cc. Notare che da 90 Km/h a 120 Km/h il consumo, e quindi la spesa, aumentano del 50%! Quindi limitando la velocità avrete un consumo molto più basso. In città il discorso cambia, in quanto la grossa (ed inutile) massa che la vettura più grande deve trascinarsi dietro fa aumentare i consumi in maniera esagerata rispetto all’utilitaria.
Suggerimento: stampare la seguente tabella ed apporla accanto al tachimetro: Vi aiuterà più di quanto non crediate!
Consumo di una utilitaria 1.000cc (in V marcia; Rendimento a 100 km/h 25,5%). Modello omesso volutamente.
70 km/h: 23,0 km/litro
90 km/h: 18,6 km/litro
100 km/h: 16,5 km/litro
120 km/h: 12,7 km/litro
130 km/h: 11,1 km/litro
140 km/h: 9,6 km/litro
Calcolo approssimativo di spesa per 15.000 Km (1,4 €/Lt):
a 70 Km/h = 910 €
a 90 Km/h = 1.130 €
a 120 Km/h = 1.650 €
a 140 Km/h = 2.190 €
Consumo di una berlina 1.800cc (in V marcia). Modello omesso volutamente.
70 km/h: 19,1 km/litro
90 km/h: 14,5 km/litro
100 km/h: 12,7 km/litro
120 km/h: 10,0 km/litro
130 km/h: 8,9 km/litro
140 km/h: 7,7 km/litro
Calcolo approssimativo di spesa per 15.000 Km (prezzo di 1,4 €/Lt):
a 70 Km/h = 1.100 €
a 90 Km/h = 1.450 €
a 120 Km/h = 2.100 €
a 140 Km/h = 2.730 €
Fattori di Gestione del Mezzo
Passiamo ora ad analizzare i fattori secondari che influenzano il consumo: i fattori di gestione del mezzo.
Il primo dei fattori è l’ottimizzazione dell’impiego del mezzo. Questo significa che salirci sopra e guidare non è sempre la scelta migliore. Li non si sta gestendo nulla, si sta solo guidando! L’ideale è, quando possibile, andare a piedi. Il camminare è anche di gran lunga l’attività fisica più salutare. Inoltre, per brevi spostamenti è il mezzo più rapido. Non è uno scherzo! Inserire l’alterntiva “tratto percorso a piedi” all’interno della pianificazione di un percorso è una delle soluzioni possibili. Altre alternative/risorse utilizzabili: bicicletta (ottima quella elettrica a pedalata assistita), più persone per mezzo e, ovviamente, mezzi pubblici.
Questo, si ribadisce, non significa lasciare l’auto a casa (che comunque è un alternativa anch’essa). Significa usarla all’interno di un percorso pianificato intelligentemente.
A titolo di esempio:
– Accorpare gli spostamenti (spostando anche i giorni di appuntamenti, o aprrofittando di uno spostamento per inserirvi altro) e una volta in zona utilizzare la risorsa “tratto percorso a piedi”.
– Accontentarsi di un parcheggio un poco più lontano, evitando di continuare a cercare qualcosa di più vicino.
Altri fattori di gestione sono:
– Adottare le tecniche militari: Strategia e Tattica. Si. Ora siete voi il “Comandante della Spedizione”!
-Strategia: si fa a tavolino, programmando in anticipo le cose da fare, pianificando il percorso, ecc.
-Tattica: una volta “in missione” ci si adatta alle condizioni effettive, se diverse da quelle previste o non prevedibili) in pianificazione. Es. cambio percorso o parcheggio anticipato per un blocco).
Questo esempio era semplicemente per dirvi: Siate Elastici!
– Scegliere un auto che consuma poco. Si. E’ gestione anche questa, si potrebbe definire “gestione preventiva/strategica delle risorse”, se vogliamo. A titolo di esempio, la Smart fortwo 800 cdi è l’auto diesel attualmente in commercio con il più basso consumo di carburante e di emissioni di anidride carbonica, rispettivamente 3,4 litri per 100 km e 90g di CO2 prodotti per ogni chilometro percorso. Ma con una scelta attenta ne troverete altre quasi allo stesso livello.
– In prossimità di un semaforo, di un incrocio, di una coda o di una sosta, rilasciare l’acceleratore. Nelle vetture ad iniezione in rilascio non viene introdotta benzina nelle camere di scoppio. Ma anche con un rilascio parziale (se dovete evitare di rallentare troppo) il consumo scende comunque a valori bassissimi (quasi come se foste a “folle”). Se arriverete ancora in movimento potrete ripartire direttamente con la 2° o la 3° marcia.
– Manutenzione regolare: Filtri dell’aria intasati ( dal 2,5% al 10% in più ) e candele di accensione imbrattate, sregolate o vecchie fanno aumentare il consumo di carburante. I componenti debbono essere assolutamente quelli prescritti per il modello specifico di vettura! Una messa a punto presso un officina autorizzata (che è in possesso di strumentazione adeguata) può essere un ottimo investimento. Anche il cambio regolare dell’olio è consigliatissimo (esistono anche olii a basso coefficiente di attrito che diminuiscono i consumi). Un auto non a punto, o con componenti (candele, sonde, etc) difettosi può consumare dal 10 al 40% in più e subire danni molto costosi (ad esempio il catalizzatore). In occasione del controllo delle emissioni (bollino blu) si può rilevare l’esistenza di problemi. Un’auto con emissioni fuori norma ha in media un consumo di carburante maggiore del 4-5%.
– Pressione dei pneumatici corretta. I pneumatici sono una delle principali cause dell’eccessivo consumo di carburante. Una bassa pressione dei pneumatici provoca un maggiore attrito tra il pneumatico e la strada, aumentando così il consumo di carburante (dal 2 al 6% in più) e l’usura del battistrada (le gomme durano anche il 40% in meno). Anche la sicurezza di guida ne risente: un pneumatico sgonfio riduce l’aderenza sull’asfalto e allunga la distanza di frenata. La pressione dei pneumatici andrebbe controllata almeno ogni mese, magari durante il rifornimento carburante, meglio se a pneumatici freddi (vettura in marcia da poco) per evitare errori di misurazione. I pneumatici si sgonfiano naturalmente di circa il 5% ogni 30 giorni. La pressione ideale è indicata nel libretto d’uso e manutenzione. Non cadete nella tentazione di gonfiarli troppo, aumentereste l’usura e ridurreste comfort di marcia e aderenza.
– Portapacchi e bagagliaio costano! La resistenza all’aria di un portapacchi mal caricato (ma anche di uno vuoto) e i pesi inutili provocano un aumento del consumo. Scaricare gli oggetti inutili (ogni Kg in meno vale parecchi euro all’anno) e smontare il portapacchi (o anche portabici o portasci) se inutilizzato (rovina l’aerodinamica, fino all’8% in più di consumo). Se possibile non mettete i bagagli sul tetto dell’auto (può costare fino al 40% sui consumi di carburante), o almeno disponeteli in maniera intelligente: i più bassi davanti, i più alti dietro. Meglio evitare teli di copertura lenti che sbattono, aumentano di molto l’attrito!
– Tenete chiusi, almeno parzialmente i finestrini se viaggiate ad alte velocità, aumenterete l’efficienza aerodinamica del veicolo (a bassa velocità, sotto i 60 Km/h, per esempio l’influenza è davvero minima). Se l’aria esterna è fresca meglio accendere la ventola interna. Queste considerazioni sono comunque secondarie alla sicurezza di guida!
– Non far mai scaldare il motore a vettura ferma, è inutile. Partire subito guidando dolcemente senza far salire troppo i giri del motore (2.000 giri è mediamente un buon riferimento) fino a che il motore non si sarà scaldato. In caso di temperature sotto i 0°C, si può far scaldare eventualmente il motore per poche decine di secondi. Per salvaguardare il motore, e ridurre il deterioramento dell’olio lubrificante, invece che farlo scaldare all’inizio, è molto più importante, dopo uno sforzo prolungato, tenerlo acceso al minimo per un tempo variabile da pochi secondi a qualche decina di secondi (questo per esempio alla fine di una lunga e ripida salita) prima di spegnerlo: questo per far dissipare il calore eccessivo di alcune parti interne, e far equilibrare le temperature del blocco motore.
– In caso di sosta prolungata spegnete il motore (anche ai semafori molto “lunghi”). Per brevi soste (sotto il minuto) è controproducente anche per l’usura che provocate a batteria e organi di avviamento.
– Spegnete le utenze extra, come il condizionatore ed i fari di giorno nelle strade urbane. I fari aumentano (1%) il consumo di carburante. Anche l’ uso del condizionatore fa consumare di più. Spegnendolo si possono risparmiare 0,5-1 litri di carburante l’ora (dal 10 al 30%). Se tenete la ventola al minimo il compressore del condizionatore tende ad assorbire più potenza. Impostate una velocità medio-alta e se è troppo freddo aumentate la temperatura dell’aria in uscita aprendo leggermente il regolatore dell’aria calda. La maggior ventilazione vi apporterà più comfort ed eviterete correnti di aria gelida. E se fa caldo, utilizzate un coprisedile di paglia, perline di legno o similari, e vestitevi leggeri: è il modo migliore per minimizzare l’utilizzo del climatizzatore ed evitare malanni.
Nota: Per produrre 1 Kw di elettricità serve quasi 1 litro di carburante. Queste considerazioni sono comunque secondarie alla sicurezza di guida!
– Diffidate dai prodotti miracolosi in grado di abbattere i consumi di carburante. Non è tutto oro ciò che luccica. L’antitrust ha inflitto tempo fa una pesante multa a chi vendeva dei magneti per risparmiare carburante durante la guida “polarizzando le molecole della benzina”. L’antitrust li ha esaminati e ha inflitto al venditore una salata multa. Se proprio volete investire sul risparmio fatelo con la manutenzione, o con accessori dei quali potete avere riscontri attendibili o verificarne l’efficacia. Una soluzione può essere quella di additivi antiattrito seri per l’olio, che riducendo gli attriti interni del motore riscono ad abbattere i consumi da pochi punti percentuali fino al 10-20% in caso di motori ormai esausti. E’ comunque impossibile fare qui una stima attendibile del risultato finale, troppe le variabili in gioco. Gli additivi al momento più gettonati sono quelli a basa di PTFE (teflon).
Consigli in pillole: Orologio, Mappa e Misurino (intesi come metodologie).
Orologio: Utilizzatelo per pianificare ed ottimizzare e tempi. Se anticipate, anche di pochi minuti, la vostra partenza, guiderete con più calma e senza fretta. Il vostro stile di guida potrà avvicinarsi a quello ottimale previsto dai Fattori Comportamentali. Risultato: minor stress, più piacere di guida e maggiore economia di esercizio.
Mappa: Non occorre che sia realmente utilizzata, l’importante è pianificare l’itinerario, raggruppando gli spostamenti e pianificando il minor numero possibile di soste dalle quali procedere poi, eventualmente a piedi o con i mezzi pubblici, per le varie destinazioni. In linea di massima conviene l’itinerario più corto, ma in caso di percorsi congestionati è più conveniente allungare e scegliere itinerari più scorrevoli.
Misurino: Anche per questo non serve realmente un misurino. Quello che serve è che controlliate periodicamente i consumi. La cosa migliore da fare è la media di una serie di rifornimenti (più rifornimenti sono considerati nella media e più è preciso il calcolo. 3-5 rifornimenti sono un buon compromesso). Non occorre fare il pieno, potete anche fare il calcolo a partire dal momento in cui inizia ad accendersi la spia della riserva, ad esempio. Prendete nota dei litri riforniti e dei Km percorsi tra un rifornimento e l’altro. Fate poi la media e il calcolo di quanti Km avete percorso per ogni litro di benzina.
Esempio: 130+165+145+80 Km percorsi con 8+11+10+6 litri riforniti. Percorrenza media: 520 Km per 35 litri => 520:35=14,85 Km x litro.
In questo modo vi accorgerete subito se qualcosa non va nella messa a punto del veicolo e potrete ottimizzare l’applicazione dei principi qui descritti. Anche questo metodo può aiutare moltissimo.
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