Acqua pura dal rubinetto
A volte vi è un degrado apprezzabile nella qualità dell’acqua che esce dal rubinetto di casa. Anche se è vero che le acque per uso domestico sono costantemente analizzate ed è altrettanto vero che vengono rispettati i limiti di legge.
I limiti di legge sono anche generalmente rispettati per l’inquinamento atmosferico nelle città: la qualità dell’aria è monitorata, e, in caso di necessità opportune misure sono attivate, affinché si rientri quanto prima nei limiti. Ma nonostante questo c’è differenza nella qualità dell’aria presente in una città (seppure nei limiti) e quella presente lontano dai grossi centri abitati. Sono diverse. E lo stesso accade per l’acqua potabile:falde acquifere inquinante dai pesticidi, dai metalli pesanti, dai nitrati, da altre infiltrazioni nelle falde, fiumi avvelenati dagli scarichi industriali, etc.
Ovvio che non si può sempre usare acqua minerale in bottiglia (che peraltro non sempre ha una qualità delle migliori).
Cominciamo allora col dividere idealmente il flusso d’acqua che quotidianamente entra nelle nostre case in due: un flusso destinato agli usi alimentari, e l’altro a tutti gli usi cosiddetti “tecnologici”, dall’igiene personale, alla pulizia della casa, alla lavatrice, all’acqua per i fiori, etc.
Acqua per uso alimentare
Non si può parlare solo di “acqua da bere”, perché questa definizione è riduttiva. Meglio parlare di acqua “per uso alimentare”, in quanto la gran parte dell’acqua che quotidianamente immettiamo nel nostro organismo non è solo quella che beviamo. Essa non è infatti assunta solo sotto forma di bevande varie (come caffè, tè, minestre, succhi di frutta, etc) , ma è presente in tutti gli alimenti.
L’acqua assunta dagli alimenti in generale è di norma superiore a quella che viene consumata pura.
Evidente quindi che l’utilizzo in cucina (cottura e preparazione degli alimenti) di acqua contaminata, anche se in lieve misura, da inquinanti vari, può essere un veicolo per immettere nel nostro corpo sostanze ad esso nocive. Ovvio quindi che l’acqua destinata all’uso alimentare deve essere di eccellente qualità. Esistono dei limiti che la legge prescrive a proposito della salinità, della presenza di inquinanti, di pesticidi, di metalli pesanti, etc. Ma diciamo almeno che una buona acqua per uso alimentare dovrebbe presentarsi come le migliori acque oligo-minerali: leggera, buona, priva di inquinanti vari, batteriologicamente pura e, quindi, sicura.
Un modo per ottenere acqua di buona qualità, e sicura, è il trattamento ad Osmosi Inversa.
Perché si dice “osmosi inversa” e non semplicemente osmosi? Perché secondo il principio dell’osmosi, è il fluido a densità più alta a passare in quello a densità minore. Nella osmosi inversa tale processo è invertito, a causa della pressione cui è sottoposto il fluido.
Questa tecnica sfrutta la proprietà di certe membrane semi-permeabili di permettere il passaggio dell’acqua ma di impedire per buona parte il passaggio delle altre sostanze, disciolte nell’acqua, che superino una certa dimensione (legata alle caratteristiche della membrana utilizzata). Tra i vantaggi il più evidente è quello della gradevolezza organolettica dell’acqua che, privata in maniera bilanciata del suo carico di sali, avrà la leggerezza delle migliori (e costose) acque oligo-minerali in commercio.
Ma la gradevolezza non è tutto, la tecnologia dell’Osmosi Inversa consente il raggiungimento di risultati più importanti: il carico inquinante rappresentato da nitrati, metalli pesanti, pesticidi viene drasticamente ridotto nel passaggio attraverso le membrane osmotiche.
Qualche cifra, a titolo di esempio:
l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda, per le acque potabili, un contenuto massimo di nitrati di 44 ppm (parti per milione, ossia milligrammi / litro). In realtà, se questo limite è ragionevole per un adulto in buona salute, la scienza medica universalmente stabilisce che un lattante non può, senza grave pregiudizio per la salute, somministrare acqua contenente più di 10 ppm di nitrati. Ora, in alcune zone della penisola ad agricoltura intensiva, si usa l’espressione “acqua potabile per deroga”: ossia, di fronte ad un contenuto di nitrati che raggiunge ed a volte sorpassa le 100 ppm, le autorità sanitarie non possono fare altro che arrendersi, e dichiarare quest’acqua potabile “a tavolino”, in via provvisoria…
La metodologia dell’Osmosi Inversa è impiegata su vasta scala per rendere potabili le acque marine e quelle salmastre dei pozzi del deserto, questo consente un costante affinamento della tecnologia.
Una filtrazione ad Osmosi Inversa deve rispettare precise leggi riguardanti le apparecchiature per il trattamento delle acque potabili. Alcuni apparecchi economici, possono addirittura peggiorare le caratteristiche dell’acqua che trattano.
Un’ apparecchio per osmosi è composto tipicamente da diversi stadi, oltre a quello contenente la membrana osmotica vera e propria.
Qui a seguire una immagine di come appare un tipico dispositivo per osmosi inversa.
Esistono anche apparecchi per osmosi semplificati e di costo relativamente basso. Tali apparecchi sono, per esempio, utilizzati per filtrare l’acqua destinata ad utilizzi particolari, come l’utilizzo in acquari tropicali. L’acqua di questi dispositivi è, a tutti gli effetti, acqua osmotica pura e potabile. I problemi sono però principalmente 2.
1) La filtrazione ad osmosi è un processo alquanto lento, si potrebbe definire quasi “goccia a goccia”, e quindi si ottengono piccole quantità di acqua. Per ottenere quantità sufficienti e prontamente disponibili per uso domestico occorre trafficare non poco con tubi, taniche ed affini. Tali apparecchi sono decisamente scomodi.
2) Essendo sistemi destinati ad uso saltuario ed immediato, mancano del trattamento di sterilizzazione (tipicamente composto da una lampada ad ultravioletti in grado di di evitare la proliferazione batterica interna al dispositivo).
Un impianto dedicato ad uso domestico ha invece un serbatoio di accumulo dell’acqua filtrata, che consente un utilizzo comodo e sempre sufficiente per gli usi domestici, e privo del rischio di contaminazione batterica in caso di inattività. Un poco ingombrante, trova generalmente posto nel sotto-lavello oppure anche esternamente. La quantità di acqua giornaliera prodotta è nell’ordine delle decine o del centinaio, di litri al giorno.
Utilizzando un apparecchio ad Osmosi Inversa per la produzione dell’acqua, si ha dal rubinetto della cucina un’acqua gradevole e privata della maggior parte degli inquinanti.
Una valida alternativa all’acqua osmotica, e che potrebbe essere anche la più sana secondo alcuni, potrebbe essere quella che viene illustrata in un’altra sezione di questo sito: l’acqua alcalina o acqua ionizzata.
Altrimenti, in caso di acque di bassa qualità, un’alternativa inizialmente più economica è ripiegare sull’acqua minerale (deve essere una fonte veramente buona) ma, alla lunga, questa soluzione può rivelarsi però più costosa e scomoda. Senza considerare lo spreco energetico.
Impatto energetico
Per la soluzione dell’acqua in bottiglia occorre considerare che il trasporto dell’acqua e dei contenitori, la costruzione dei contenitori, lo smaltimento o il riciclo, costituiscono uno spreco energetico non indiferente, soprattutto in caso di famiglia numerosa.
L’adozione della semplice acqua di rubinetto, se l’acquedotto offre un acqua gradevole e sana, e spesso addirittura migliore di alcune acque in bottiglia, permette un risparmio energetico ed economico apprezzabile. Nel caso di acque che presentino invece problematiche di varia natura (eccessiva e sgradevole clorazione, presenza di inquinanti di varia natura, pur se nei limiti di legge, etc.) i metodi suggeriti da risanamento energetico, permettono di renderla gradevole e sana.
Trattamenti di addolcimento
L’acqua di osmosi non va confusa con l’acqua addolcita mediante l’impiego di dispositivi con resine a scambio ionico (cliccare per la sezione dedicata). Sono due processi diversi con risultati completamente diversi ed idonei e ottimali, per usi differenti. La differenza sostanziale è:
– L’ acqua filtrata per osmosi viene privata delle varie componenti estranee per una filtrazione effettuata praticamente a livello quasi molecolare (vengono trattenuti addirittura i batteri). Vengono quindi, oltre ai sali, trattenute tutte le sostanze presenti nell’acqua.
Ottimale per l’uso alimentare.
– L’ acqua addolcita mediante lo scambio ionico, viene privata dei sali di calcio e magnesio, che vengono “scambiati” con sali di sodio che, però, non precipitano e quindi, di conseguenza, non incrostano. Tutte le altre sostanze presenti nell’acqua, a differenza della filtrazione ad osmosi, non vengono trattenute, e sono quindi ancora presenti nell’acqua, unitamente ai nuovi sali di sodio.
Ottimale per tutti gli utilizzi domestici.
Vedere anche la sezione “acqua alcalina o acqua ionizzata” in questo sito.
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