Via libera alla trasformazioni di auto con motore a scoppio in elettriche
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 11 gennaio il decreto che disciplina la trasformazione dei veicoli a motore endotermico in veicoli elettrici.
Co questo si sono regolamentate le procedure per trasformare (“retrofit”) un veicolo con motore a scoppio (benzina o gasolio) in uno a trazione elettrica.
Finora i costi della conversione erano molto elevati, proprio per la mancanza di normativa e degli alti costi per la trasfromazioni, dovuto anche alla omologazione.
Grazie al decreto, a breve sarà possibile effettuare la trasformazione dei veicoli utilizzando un kit composto da un motore elettrico con dispositivi di controllo, batterie e un caricabatterie.
La procedura sarà molto simile a quella per il montaggio di un impianto a GPL o metano.
In pratica il produttore del kit provvederà all’omologazione e fornirà le istruzioni per il montaggio. L’autofficina effettuerà la trasformazioni tramite il montaggio. Successivamente la Motorizzazione effetterà l’aggiornamento del documento di circolazione.
Dice Luigino bari, della COnfartigianato di Vicenza: “L’auto elettrica, da un certo punto di vista ripercorre la storia dei primi computer: ingombranti, costosi, ma interessanti per le opportunità che lasciavano intravedere. Certo, oggi l’auto elettrica non sta godendo dello stesso slancio sebbene la tecnologia sia molto avanzata ma purtroppo ancora poco diffusa, però siamo in una fase di evoluzione continua e ciò soprattutto grazie alla volontà del sistema Confartigianato, che da più di due anni si è attivato nei confronti del Ministero dei Trasporti per trovare soluzione agli aspetti burocratici e normativi che rendevano difficile, e molto costoso, omologare nel nostro Paese un’auto riconvertita a elettrica. Le nostre Associazioni – prosegue Bari – sono senz’altro interessate agli aspetti sociali ed ecologici della questione, ma considerano con attenzione anche tutte le opportunità che questo mercato può rivestire per le piccole imprese del settore. L’obiettivo è intervenire sul parco-auto delle ‘city car’ già esistente: dal punto di vista sociale e lavorativo, l’attività di trasformazione dei veicoli a benzina in elettrici è la soluzione che può recuperare gran parte di quei mezzi, altrimenti dismessi. Il ‘retrofit’ ha un impatto energetico ottimale ed economico, inserendosi appieno in un sistema di recupero virtuoso”.
“Il comparto dell’autoriparazione – aggiunge Severino Dal Bo, presidente degli autoriparatori di Confartigianato Marca Trevigiana – ha il potenziale per crearsi opportunità di lavoro e aprire ulteriori prospettive: si creerebbe una filiera locale rilanciando anche i settori dell’elettromeccanica e delle carrozzerie. L’attività di ‘retrofit’ può essere svolta completamente all’interno di una singola autofficina, portandole valore aggiunto: riqualificazione tecnica di attività esistenti e, attraverso corsi specifici, riqualificazione del personale occupato. È da questi assunti che le nostre Associazioni hanno stimolato la nascita e la realizzazione del progetto Reborn-trasforma la tua auto che ha già ultimato la prototipazione di un veicolo che abbiamo visto circolare per le strade di Milano in occasione di Expo. Ora gli imprenditori che vedranno in questo segmento una potenzialità per le loro attività potranno attivarsi ”.
“Dal punto di vista ambientale – aggiunge Roberto Cazzaro, presidente provinciale dei Carrozzieri di Confartigianato Vicenza – con il ‘retrofit’ si può promuovere e diffondere più rapidamente la mobilità sostenibile. La riduzione dei processi di combustione comporterebbe minori emissioni inquinanti. L’auto trasformata può quindi modificare la situazione e aprire nuovi scenari, consentendo a molte persone di accedere al mercato dell’elettrico e di ridare una seconda vita ad auto che hanno qualche anno sul telaio”.
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