WWF: 100% di energia rinnovabile entro il 2050
Rapporto del WWF: 100% di energia rinnovabile entro il 2050
Entro il 2050 “tutte le esigenze mondiali di energia potrebbero essere alimentate in modo pulito, rinnovabile ed economico” con gli investimenti bilanciati dai benefici, un risparmio di 4 trilioni di euro l’anno (solo grazie a un minore costo dell’energia) e una riduzione di emissioni di CO2 dell’80%.
Redatto in due anni, “The Energy Report” affronta in modo globale il problema del bisogno di energia, inclusi i trasporti, e il modo di renderla adeguata, sicura e disponibile a tutti. “Se continuiamo a dipendere dai combustibili fossili ci troveremo davanti ad un futuro di timori crescenti per il costo dell’energia, la sicurezza dei rifornimenti e gli impatti dovuti ai cambiamenti climatici”, ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia. “Noi offriamo uno scenario alternativo – molto più promettente e interamente raggiungibile. L’Energy Report dimostra che in quattro decenni potremmo avere delle economie floride e una società interamente alimentata da energia pulita, a basso costo e rinnovabile, nonché una qualità della vita decisamente migliore. Il rapporto è più che uno scenario – è un richiamo all’azione. Possiamo creare un futuro più pulito e rinnovabile, ma dobbiamo cominciare subito”.
Il rapporto del WWF esclude la necessità del nucleare a livello globale e non considera tale tecnologia necessaria per fare a meno dei combustibili fossili. “Non possiamo sfuggire alla realtà, e cioè al fatto che la fissione nucleare produce scorie pericolose che restano tali per migliaia di anni, che non esiste alcun posto al mondo dove possano essere stoccate senza rischi e che i materiali e le tecnologie necessari per la produzione di energia nucleare possono essere usati anche per produrre ordigni bellici. Il rapporto sottolinea anche che il nucleare è un’ alternativa estremamente costosa. Prima di destinare miliardi alla creazione di una nuova generazione di centrali elettriche nucleari, dovremmo chiederci se non sarebbe più opportuno destinare tali risorse ad altre tecnologie energetiche sostenibili. E’ precisamente la stessa domanda che ci facciamo in Italia, e la risposta che ci diamo è decisamente che SI, è più opportuno puntare sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica” conclude Leoni.
L’Energy Report, diviso in due parti, contiene un’analisi dettagliata e uno scenario prospettati dall’Ecofys, consulente di tutto rispetto per quanto concerne l’energia, e un’analisi del WWF. Il dossier dimostra come entro il 2050 il fabbisogno di elettricità, trasporti, energia industriale e privata potrebbe essere soddisfatta dalle energie rinnovabili, con un uso solo residuale e isolato di combustibile fossile e nucleare – riducendo così in modo drastico le preoccupazioni sulla sicurezza dell’energia, l’inquinamento e, non da ultimo, per i cambiamenti climatici catastrofici. L’efficienza energetica nelle costruzioni, nei veicoli e nell’industria diventerebbe un ingrediente fondamentale, insieme ad un aumento delle esigenze energetiche soddisfatto da elettricità prodotta da fonti rinnovabile e fornita da reti di distribuzione efficienti e intelligenti (smart grids).
Secondo lo scenario WWF-Ecofys, nel 2050 la richiesta totale di energia sarà minore del 15% di quella del 2005, malgrado l’aumento della popolazione, della produzione industriale, del trasporto e delle comunicazioni – rendendola disponibile anche a coloro che attualmente non ne hanno. Il mondo non dipenderà più dal carbone o dai combustibili nucleari, mentre le regole internazionali e la cooperazione limiteranno i potenziali danni ambientali derivanti dalla produzione di biofuels e dallo sviluppo dell’idroelettrico.
Il Rapporto del WWF giunge proprio alla vigilia del Consiglio Europeo dedicate all’Energia e all’Innovazione e sottolinea l’importanza cruciale dell’efficienza energetica per raggiungere un futuro energetico sicuro, sostenibile e rinnovabile. Ed è proprio questo il punto su cui il WWF chiede ai leader europei di focalizzarsi, con un occhio particolare all’Italia che in passato si è distinta con grandi proclami e promesse sull’efficienza. “Nell’Energy Report di proposito non ci basiamo su ipotesi stravaganti circa i benefici delle tecnologie di là da venire”, ha detto Kees van der Leun, direttore di Ecofys. “E’ una stima moderata della futura energia rinnovabile di cui potremo godere entro il 2050. Le soluzioni per la sfida globale energetica sono a portata di mano. Ci sono numerosi sistemi per usare l’energia in modo più efficiente, il che ci permette di gestire le attuali risorse energetiche in modo più oculato. Inoltre cogliamo la possibilità di usare le grandi quantità di energia sostenibile di cui disponiamo”.
Fornire energia sicura, accessibile e pulita nella quantità richiesta richiederà uno sforzo globale – simile alla risposta globale alla crisi finanziaria mondiale. Ma i benefici saranno maggiori nel lungo termine e i risparmi dovuti ai costi inferiori bilanceranno tutti i nuovi investimenti in energia rinnovabile ed efficiente entro il 2040; i risparmi, in uno scenario “business as usual”, ammonteranno a circa 4 miliardi di euro, dovuti solo al minor costo dell’energia entro il 2050. Altri benefici verranno dalla diminuzione dei conflitti per la sicurezza energetica, fuoriuscite inquinanti e interruzioni di rifornimento che si verificano quando ci si procura combustibili fossili in esaurimento in zone a rischio politico o ambientale.
Cosa importante, lo scenario dell’Energy Report vedrebbe le emissioni di CO2 ridotte dell’80% entro il 2050 – con maggiori probabilità di limitare l’aumento medio della temperatura globale sotto i 2°C rispetto all’età preindustriale, evitando il rischio di cambiamenti climatici catastrofici. “Vivremo in modo diverso, ma vivremo bene”, conclude Stefano Leoni.“Dobbiamo fornire energia a tutti senza mettere in pericolo il Pianeta e questo rapporto dimostra come fare.”
Altra possibilità quella espressa da uno studio USA.
Dal 2030 tutta l’energia necessaria al pianeta potrebbe essere ottenuta da rinnovabili
Dal 2030 potremmo non aver più bisogno di combustibili fossili e di energia nucleare: basteranno le energie rinnovabili. E’ quanto sostiene uno studio di Mark Delucchi (Università di California Davis) e Mark Jacobson (Stanford University) recentemente pubblicato dalla rivista Energy Policy.
Secondo gli studiosi l’unico limite oggi a questo sviluppo è rappresentato dalla politica economica dei vari Paesi. L’investimento non sarebbe da poco: dovrebbero infatti essere installate 4 milioni di pale eoliche da 5 megawatt, 90 mila centrali solari da 300 megawatt e 1,7 miliardi di pannelli solari fotovoltaici da 3 chilowatt. Inoltre di tutto il parco installato, il 4% dovrebbe essere rappresentato dall’idroelettrico e il 6% tra geotermico ed energia ricavata da onde e maree.
Ma anche Confedilizia dice la sua:
Dai palazzi italiani si potrebbe ottenere il soddisfacimento del 45% del fabbisogno di energia elettrica. E sarebbe energia rinnovabile, più precisamente fotovoltaica. A dirlo i rappresentanti di Confedilizia, in audizione in commissione Ambiente alla Camera.
Confedilizia ritiene che ”tutti i tetti ed anche le facciate degli edifici debbano essere ricoperte di fotovoltaico: la stima potenziale – spiegano i rappresentanti citando uno studio dell’Agenzia internazionale per l’energia – per l’Italia parla di un’area di tetti disponibile per inserire i pannelli fotovoltaici pari a 763,56 kmq, senza contare che i 286,32 kmq di facciate”. Facendo questo si avrebbe una produzione di fotovoltaico pari al 45% (126 terwattora) dei consumi elettrici nazionali.
Tra le proposte di Confedilizia ”la creazione di una filiera italiana per la produzione dei pannelli e degli accessori”, e poi l’incentivazione per ”l’integrazione negli edifici”, anche su parti comuni come condomini, con la possibilità di consentire la realizzazione ai singoli. Infine, su questa linea l’idea di Legacoop – anch’essa in audizione in commissione – di lasciare che si possano ”formare cooperative con aggregazioni di cittadini per fare insieme quello che, volendo, potrebbero anche fare da soli, e cioè rendersi autonomi dal punto di vista energetico”, partecipando alla costruzione di questi impianti.
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