Allarme Clima in Italia
Allarme clima: «In Italia riscaldamento record. Le coste rischiano di essere sommerse dal mare»
Temperature alte, con aumenti di 4 volte superiori al resto del mondo, e coste in arretramento. A lanciare l’allarme sugli effetti del surricaldamento globale è il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, nel corso del suo intervento alla conferenza nazionale sui cambiamenti climatici apertasi oggi a Roma. «Un chilometro su tre delle nostre coste basse – ha aggiunto il ministro – è in arretramento e 33 aree costiere rischiano di essere sommerse dal mare nei prossimi decenni». «La biodiversità marina, così come quella terrestre – ha continuato Pecoraro – cambia e nuove specie aliene si stanno insediando nel Mediterraneo».
L’aumento delle temperature. «Già ora la temperatura in Italia è aumentata quattro volte più rispetto al resto del mondo – ha ricordato il ministro – già ora le piogge diminuiscono, del 5% nell’ultimo secolo, gli episodi di siccità si moltiplicano, la desertificazione sta diventando un problema non solo per il Sud ma per la Pianura Padana. I nostri ghiacciai hanno perso metà del volume, e un chilometro su tre delle nostre coste basse è in arretramento. Il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive delle portate medie mentre aumenta la variabilità tra piene e secche».
I danni. L’Italia è tra i paesi che pagheranno il maggior prezzo in termini di danni ambientali, perdita di vite umane e salute nonché costi economici, ha sottolineato ancora Pecoraro. «I primi a pagare saranno agricoltori ed operatori turistici – ha continuato – la produttività agricola a causa dell’eccesso di caldo e della minore disponibilità d’acqua potrebbe diminuire del 22%: i danni sarebbero pari a 2-3 milioni di euro l’anno». Quanto alle perdite in termini di turismo, Pecoraro ha spiegato come «le regioni mediterranee diventerebbero piuttosto inospitali per il turismo estivo marino, sia per la mancanza d’acqua che per l’eccessivo calore e, il turismo invernale, specie quello alpino, subirebbe una considerevole riduzione. Nel nord Europa, viceversa, le opportunità di sviluppo turistico sarebbero notevoli. I danni potrebbero variare nel nostro paese da 200 a 800 milioni di euro all’anno».
La conferenza. Oltre 100 scienziati e esperti sono riuniti da oggi a Roma al palazzo della Fao per la prima Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, promossa dal ministero dell’Ambiente e organizzata dall’Agenzia per la protezione dell’Ambiente (Apat). Nella due giorni si farà il punto sull’emergenza clima e in particolare sulla situazione dell’Italia, dove gli effetti, come nel resto del Pianeta, sono già in atto e anche evidenti: spiagge che scompaiono, coste che arretrano, ghiacci alpini che continuano la ritirata, scenari tropicali nella natura. Oltre 2.200 gli accrediti già rilasciati per partecipare alla conferenza, che sarà trasmessa in diretta sia in rete sul sito www.conferenzacambiamenticlimatici2007.it e sul canale satellitare Cinquestelle Sky906. All’apertura dei lavori ci sarà anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Chiuderà invece la due giorni giovedì il premier Romano Prodi.
All’Italia, contro i cambiamenti climatici, serve «un vero e proprio pacchetto sulla sicurezza ambientale, fondamentale per il futuro del nostro Paese», ha detto il ministro dell’Ambiente aprendo la conferenza. Pacchetto sicurezza che, ha detto Pecoraro, «uscirà da questa conferenza». «L’emergenza climatica è davanti agli occhi di tutti. La conferenza – ha aggiunto – è un solo segnale chiaro e non si deve ragionare solo sulla mitigazione e su come ridurremo la CO2, ma anche come, essendo il clima già cambiato, l’Italia si attrezza per la tutela del mare, delle coste, sul risparmio idrico. Ci vuole anche un segnale sul fronte dell’adattamento, che permetta ai nostri cittadini di avere più sicurezza ambientale».
Questa la fotografia dei cambiamenti in atto in Italia di cui si discuterà a Roma
TEMPERATURE: le temperature medie annuali in Italia sono cresciute secondo il Cnr negli ultimi due secoli di 1,7 gradi centigradi. Sono aumentate di più le temperature minime (soprattutto al nord) che le massime, e di più le temperature invernali (soprattutto al sud) che quelle estive. Sono anche aumentate, come durata e intensità, le ondate di calore estivo.
PRECIPITAZIONI: è diminuito il numero complessivo dei giorni di pioggia, soprattutto in questi ultimi 50 anni: la diminuzione è pari a circa 6 giorni per secolo nelle regioni settentrionali e a circa 14 giorni nel centro-sud. La tendenza generale, per tutte le regioni italiane, è un aumento dell’intensità delle precipitazioni e una diminuzione della loro durata. Anche questo ha influito sulle risorse idriche complessive, che tendono a diminuire.
GHIACCIAI: bilancio in negativo nell’ estate 2007 per i ghiacciai alpini italiani, che sotto i 3.500 metri a questo ritmo rischiano di scomparire nel giro di 20 anni. Secondo la Società meteorologica italiana il ghiacciaio di Ciardoney sul Gran Paradiso solo quest’estate ha perso 1,5 metri di spessore e il fronte glaciale è arretrato di 10 metri di lunghezza.
FAUNA: il clima cambia e la natura risponde con un nuovo look orientato sul caldo con perdite significative del tipico territorio nazionale e arrivi di specie che prediligono il caldo. La fotografia è stata scattata dalle oasi del Wwf che in questo momento rappresentano vere e proprie «spie climatiche».
Addendum:
Cambiamenti climatici in Europa, nessun Paese si salva. Oms: rischio salute
Caldo torrido, ma anche mareggiate, piogge torrenziali e siccità: i cambiamenti climatici non risparmiano nessun Paese dell’Europa che si trova a dover fare i conti con l’intensificarsi di eventi estremi. Negli ultimi 30 anni sono stati oltre 1.000 i fattori climatici al di fuori della norma. E da questi la salute è messa sempre più a rischio: basta ricordare gli oltre 70mila morti dell’estate 2003. Il futuro vede anche inondazioni costiere, che costituiranno ogni anno una minaccia per 1,6 milioni di persone in più.
Questi alcuni dati riferiti dall’Oms in occasione del lancio della prossima Giornata mondiale della Sanità il 7 aprile. Obiettivo dell’evento: incoraggiare i Paesi a dare ai propri sistemi sanitari un ruolo nuovo, attivo ed importante nel proteggere la salute dalle condizioni avverse provocate dal fattore clima. «Il cambiamento climatico mette a rischio la nostra salute – afferma Marc Danzon, direttore regionale dell’Oms Europa – e se le tendenze odierne continueranno saranno le generazioni future a subirne le conseguenze. Attraverso sistemi sanitari più forti, la comunità globale sarà meglio preparata ad affrontare le sfide che il cambiamento climatico pone alla salute».
A livello globale la temperatura media della superficie terrestre è aumentata di circa 0,74 gradi negli ultimi 100 anni. E la proiezione per l’Europa fra la fine del 20mo e la fine del 21mo secolo è di un incremento che varia dai 2,3 ai 6 gradi, a seconda dello scenario.
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